Ourika di Claire de Duras, traduzione di Eleonora Allegrini

Articolo di Salvatore Amato

Con questo post vi voglio presentare la prima opera delle letteratura francese che affronta la tematica della discriminazione razziale, la prima opera tradotta direttamente dal nostro collettivo, e approfittarne per farvi gli auguri di Pasqua.

Un paio di anni fa, abbiamo lanciato il nostro progetto di pubblicazioni indipendenti di classici, con l’idea di preservare alcune opere che rischiavano di andare perse per sempre.

Tutto ebbe inizio con una raccolta di autrici del nostro passato, stiamo parlando di “Di rose e di spine, florilegio de L’Alcova Letteraria” che ospita al suo interno: Caterina Percoto, Grazia Deledda, Matilde Serao, Neera, Marchesa Colombi, Amalia Guglielminetti, Ada Negri, Camilla Bisi, Maria Messina, Annie Vivanti, Clarice Tartufari e Maria Borgese.

Da allora, abbiamo pubblicato la raccolta umoristica con la tematica unica della scrittura e degli scrittori “Capitan tutte ai letterati” di Italo Svevo e Neera, il romanzo storico che narra dei fatti che portarono alla prima guerra d’indipendenza italiana, episodi cruenti vissuti in prima persona dalla stessa autrice “La coltrice nuziale” di Caterina Percoto, “Lis cidulis, scene carniche” sempre della Percoto, “Cosima” il romanzo autobiografico di Grazia Deledda, “Vecchie catene” di Neera, “Novelle rusticane e I ricordi del capitano d’Arce” di Giovanni Verga, due raccolte di racconti in un unico libro per mettere a confronto le due facce di questo scrittore, quella verista per eccezione e quella più spensierata e ironica, poi, solo in formato elettronico “Sorella di Messalina” di Annie Vivanti, un romanzo dalle sfumature noir con una femme fatale né bella, né giovane, ma molto pericolosa.

Tutte le opere citate sopra sono state ristrutturate dal nostro collettivo, mantenendo sempre il massimo rispetto per la versione originale. Mentre “Ourika” di Claire de Duras, tradotto da Eleonora Allegrini, trattandosi di una traduzione originale si presenta per la prima volta ai lettori italiani indossando un vestito nuovo. Citando Saramago: gli scrittori fanno la letteratura nazionale, mentre i traduttori la rendono universale.

Avevamo già da un po’ l’idea di lanciare qualche opera tradotta direttamente dal nostro collettivo e la scelta di questo romanzo non è casuale, perché trattandosi del primo libro della letteratura francese che parla di discriminazione razziale, è stato anche un modo per far sentire la nostra voce unita contro il razzismo e qualsiasi discriminazione, una tematica che noi del collettivo abbiamo sempre avuto a cuore.

Claire de Duras si è occupata di temi complessi e controversi, dando vita a personaggi principalmente oppressi ed emarginati, impossibilitati a conoscere la felicità a causa della propria razza o estrazione sociale. Ha esplorato molti dei principi fondamentali della Rivoluzione Francese e ha evocato i dibattiti intellettuali degli Illuministi, in particolare l’uguaglianza tra tutti gli uomini e tra uomini e donne. La tragedia è un tema ricorrente della sua produzione letteraria. In ciascuno dei suoi tre romanzi, la realizzazione del sentimento tra i due innamorati non può avere luogo, sia per motivi esterni, come l’origine e stato sociale, sia per ragioni interiori, come un segreto personale o una presunta omosessualità.

Per lungo tempo relegata ad autrice di romanzi sentimentali senza importanza, la critica recente ha rivelato che le sue opere trattavano aspetti della teoria post-moderna sulla questione dell’identità. È probabile che Claire de Duras non sia stata letta nel modo giusto perché era in anticipo sui tempi ed è stato possibile apprezzare la scelta e il trattamento dei soggetti dei suoi romanzi solo in epoca più recente.

Con la speranza di un futuro di uguaglianza, ne approfitto, a nome di tutto il collettivo, per porgervi i nostri auguri per una Pasqua piena di serenità.

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