“Agli ottantuno caduti in volo e a chi, colpito negli affetti o ferito nell’intelligenza, ne tiene in vita il ricordo e la brama di giustizia per una delle stragi più cupe della storia italiana, associata all’isola di Ustica”, anche se “l’incidente”, in realtà, avvenne nel Tirreno, a grande distanza dall’isola.
Prosa-poesia-breve racconto, i versi liberi di Tarzia rimandano con tono elegiaco a racconti di vita e di sera, di libertà e di politica, vissuta senza dare una spiegazione, con una sola soluzione: il vivere: “…Ora smetto di scrivere e alzo lo sguardo per perdermi, per viverti…”, oppure, “Donatevi, dolcemente, a un lento progredire”.