Sang Real di Claudio Montalti (Indipendente)

di Salvatore Amato

Il titolo potrebbe far pensare a una canzone dei Co’sang, ma non è così.

Sang Real è un libro d’avventura, con inneschi e sfumature di spionaggio, mistery, erotico e romanzo sociale.

Cesare Forti ricorda un po’ Indiana Jones e un po’ Zagor, pronto, muscoli tesi, efficiente, temerario, non ha paura quasi di nulla e se c’è chi si vanta che nella vita si è sempre saputo reinventare, non ditelo a lui che faceva lo stilista e poi da agente segreto ha dovuto indossare i panni dell’archeologo.

Cesare non è un boccalone e se Kenya vorrà abbindolarlo potrà farlo solo grazie a un libro. No! Non è “Cambiare l’acqua ai fiori” e nemmeno quello di Ilary Blasi, ma è il libro dove sono nascosti i segreti per il ritrovamento del Santo Graal.

Così, si parte alla ricerca del Santo Graal. Cala in scena un’atmosfera mistica. La catarsi si spezza, il mistero diventa più grosso senza usare steroidi, il sogno ruggisce, la realtà è putrida d’infamità, in Guatemala i politicanti sono più corrotti dei nostri e questo la dice lunga.

L’autore narra e denuncia, la voce dei Maya riecheggia e fa saltare il banco. Le tradizioni se le sono spartite i conquistatori e la schiavitù ha solo indossato un’altra maschera per perdurare anche nei giorni nostri.

Si nota ricerca, l’autore va dritto al punto, prende le curve a tutta velocità, gli pneumatici stridono al contatto con l’asfalto, i cordoli sono i parametri su cui confrontarci.

Tito Milton ha in mente un piano creativo e senza scrupoli, Luc Leland ha due facce come il caciocavallo, Gragson Thy è disposto a tutto per il suo tornaconto e non si fa problemi a usare anche la figlia. E nulla è più opinabile del fine che giustifica i mezzi.

La scrittura è scattante, la prosa ha dita addestrate sulle corde del basso, il ritmo segue il metronomo senza stonature, lo spartito è anfetaminico, il tempo cova riscatti e batte cassa, anche l’affitto della sala ha un costo, perciò è meglio incidere solo quando si è preparati.

A lettura finita si consulta Skyscanner, c’è voglia di partire, di scoprire il tramonto dei Maya, niente selfie con Ah Tok, forse anche noi sapremo improvvisarci archeologi e cercare il Santo Graal.

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