Il diavolo negli occhi di Fernando Bassoli (Indipendente)

di Salvatore Amato

La colpa si potrebbe dare a molti avvenimenti: dal buco dell’ozono allo scudetto della Lazio, ma non è il momento di cercare colpevoli, dal caldo che fa, pure le soluzioni hanno la pressione bassa e stramazzano al suolo.

Nel ventre mollo della periferia romana si muovono personaggi dai volti poco rassicuranti e persone buone, anime in cerca di riscatto, polli da spennare e miserabili, non manca mai qualche gran figlio di cortigiana, sempre pronto a menar le mani e approfittarsi del bisogno altrui.

Le loro vite si intrecciano, formano arazzi di sopravvivenza e quotidianità, se qualcuno compra è perché qualcuno vende, e se qualcuno si ritrova incastrato in qualche truffa è colpa della disperazione.

Alvaro Mastracci, detto il cravattaro, ha la faccia da rettile, sembra essere spuntato dall’inferno e non gli importa nulla di niente e nessuno, l’empatia gli rimbalza addosso, capitombola a terra e scappa dolorante.

Il suo sguardo gela il sangue, scrosta i muri, mette timore anche ai politici sorridenti che, affissi nei loro manifesti, mettono il broncio al suo passaggio. Il suo vocione rompe i timpani, quasi fosse un animale selvatico, costretto a lottare per rimanere in piedi. Il suo saluto accappona la pelle, sembra una perenne minaccia. Il suo sputo grumoso può colpire un cane al centro del cranio con precisione balistica.

E poi, c’è Roma, meraviglia suprema, teatro di gioie, peccati, infamie e orrori, bestia ferita che mantiene il suo sguardo fiero, e con il suo carosello di scene quotidiane, il Colosseo sembra poter brillare solo nel bronzo di una moneta da cinque centesimi, ma se si va oltre la superfice ci si rende conto che il suo luccichio è presente negli occhi di una moltitudine informe che si muove in cerca del proprio riscatto.

Nadia Proietti, barista al Quadraro, parla poco e sgobba tanto, sa accontentarsi di una miseria, perché, in finale, è meglio di niente. Persone così sono una manna dal cielo per i commercianti e i poco di buono. Lei ce l’ha scritto in fronte che appena trova qualcosa di meglio è pronta a lasciare baracca e burattini, ma i burattini hanno fili che non manovra lei.

Lo stile narrativo rispetta gli intenti noir: cinico, sagace, spietato, dritto al punto. Bassoli, non di rado, si lascia andare a qualche meraviglioso volo pindarico, ma dura poco, mette subito i piedi a terra. E non perché non sia capace a planare, ma per mostrarci la realtà, nuda e cruda, senza artifizi, mistificazioni, né interpretazioni individuali. Tutto è nitido, messo in bella mostra, come le mercanzie nei banchi del mercato; perciò, il banditore può gridare quanto gli pare che il suo pesce è “appena pescato”, non frega nessuno, la puzza rivolta lo stomaco, parla e ci dice la verità, denuncia una falange di lestofanti pronti a susseguirsi in una ruota che non ha fine, un cane che si morde la coda e ne assapora il gusto fino all’assuefazione, un circolo vizioso, dove anche chi subisce arriva a sentire un gusto sadico e salvifico nella propria afflizione. Basterebbe aguzzare la vista, al banchetto delle tre carte, i compari hanno un cartellino che esplica la loro mansione: l’amore potrebbe rendere ciechi, ma la fame e la speranza lo fanno sicuramente.

Così, ai ricatti e alle menzogne ci si arrampica sulle pareti lisce dei compromessi, senza imbracature e supporti, scossi dai crampi, a mani nude e livide, inebetiti dai propri sogni. E quando arrivano i rimpianti, il treno ha già lasciato il binario e spedito si appresta a raggiungere un’altra stazione, un altro allocco da lasciare in mutande.

La ruota gira per tutti, Roma non ride e non piange, si finge sorda e stringe nel palmo soltanto briciole, convincendoci che sia un tesoro.

Scende la pioggia. Poi torna il sereno. E tutto si assesta e contorce per ritornare alla posizione iniziale, quella di sempre. Il tempo ci rende dimentichi di ingiustizie e viltà, così neanche più si rammenta che il diavolo esiste e vive tra noi.

1 commento su “Il diavolo negli occhi di Fernando Bassoli (Indipendente)”

  1. Molto interessante. Vi seguo da qualche tempo e trovo utili i vostri commenti. Appena pubblicheranno il mio romanzo ” Messer Matteo gentiluomo e fiorentino a Borgo Silva” previsto per ottobre , vi chiederò gentilmente di recensirlo.
    Grazie
    Peter Hubscher

    Piace a 1 persona

Lascia un commento