Domenico Antonio Cardone Il Filosofo e il Poeta

Articolo di Rocco Giuseppe Tassone

Conobbi il filosofo Mimì Cardone verso la fine degli anni ’70 del secolo scorso, lui ormai prossimo agli 80 anni, io ancora studente di scuola superiore e da poco avevo pubblicato il mio libro di poesie.

La cordialità, la semplicità di questo piccolo e apparentemente fragile uomo era ineccepibile. Mi ha accolto come un suo pari donandomi molti dei suoi volumi e discutendo con me di poesia e filosofia. Nel 1984, dopo averlo contattato, gli dedicai il mio volume “Massime – meditazioni quasi poetiche nella quotidianità di ognuno di noi” e ricordo commosso come un bambino che lo accettò ringraziandomi.

Domenico Antonio Cardone nacque a Palmi nel 1902 e ivi ci morì nel 1986.

Visse due guerre mondiali. Si laureò in giurisprudenza nel 1923 a La Sapienza di Roma e giovanissimo e dall’animo antifascista, si iscrisse al Partito Socialista Unitario, cosa che gli costò l’arresto due volte.

Nella sua vita fu un promotore di cultura sempre molto attivo e attento; un precettore di una società più cosciente, a testimoniarlo la candidatura al Nobel nel  1963,  il Premio Astragalo, la Medaglia d’Oro Pro Mundi Beneficio e tanti altri meritatissimi riconoscimenti.

Al Royal Institute of Philosophy di Londra era considerato di casa, così come in molte altre Accademie Culturali, Umanistiche, Letterarie e Filosofiche in tutto il mondo, oltre che promotore e organizzatore di svariati Congressi di Filosofia.

Tra i diversi convegni a cui ha partecipato, ricordo l’ultimo, poco prima della sua scomparsa, a Gioia Tauro in un incontro organizzato da me e dal presidente dell’Organizzazione Promozionale Calabrese Aldo Anastasio. Furono tre giorni indimenticabili con voci autorevoli della cultura del tempo.

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